Sardegna: La NATO occupa l'isola
La NATO occupa l'isola e trasforma il Porto Canale di Santa Gilla in una base militare
In Sardegna, nel profondo Sulcis, al confine tra Masainas e Sant’Anna Arresi, si percepisce una certa tensione a causa dell’espropriazione di terreni per scopi militari da parte della NATO. I posti di blocco sono numerosi e la sorveglianza è molto rigida: le auto e i civili vengono fermati frequentemente. Si avverte un senso di imminenza, soprattutto in vista della grande guerra che inizierà il 27 aprile, proprio alla vigilia della celebrazione de «Sa die de sa Sardigna», in un’area vicina al bellissimo paesaggio di Is Arenas Biancas, con le sue dune bianche a Teulada. La questione delle guerre a fuoco nei poligoni sardi ha causato delle riserve pesanti da parte del Comitato Misto Paritetico per le servitù militari (Comipa), il quale ha espresso dubbi sul loro impatto sull’ambiente e sulla popolazione locale. Tuttavia, i generali coinvolti sembrano essere quasi indignati dalla situazione.
Il conflitto tra interessi militari e ambientali
Il Ministero della Difesa, insensibile alla distruzione ambientale causata dalle sue esercitazioni militari in Sardegna, è convinto che tali attività rappresentino un’opportunità per il territorio. Anche se l’inchiesta penale della Procura di Cagliari ha dimostrato il contrario, i militari minimizzano gli effetti negativi delle loro operazioni. L’ultimo Generale di Stato ha persino promesso vantaggi economici per la comunità ospitante, comprese le lavanderie locali che avrebbero dovuto pulire la biancheria militare. Tuttavia, il servizio di lavanderia è andato deserto secondo la Gazzetta Ufficiale. In breve, la disputa tra i bisogni della difesa e quelli dell’ambiente sta diventando sempre più intensa.
Un'opportunità mancata
I militari del Ministero della Difesa, i quali si riferiscono alle esercitazioni come una “straordinaria opportunità”, non ammettono il disastro ambientale creato dal loro operato. Sostengono che le proteste siano un’invenzione e che le esercitazioni saranno vantaggiose per l’economia locale. Ma, come dimostra l’appalto per il servizio di lavanderia, la realtà è diversa: la maggior parte delle promesse fatte ai residenti sono state disattese. Anche gli alberghi costruiti ex novo per ospitare i partecipanti delle esercitazioni non hanno avuto il successo sperato. Sulla costa, tende e villaggi improvvisati, gestiti da “forestieri” dell’agenzia della NATO che gestisce gli alloggi per i militari in tutto il mondo, ospiteranno migliaia di soldati provenienti da otto nazioni diverse. Il dispiegamento sarà massiccio e invasivo, con l’obiettivo di dimostrare la capacità della NATO di intervenire in un’area sotto attacco. Ma la Sardegna pagherà il prezzo più alto, circondata dal mare, dall’aria e invasa a terra dalle forze militari, le quali non risparmieranno mezzi per devastare e inquinare il territorio.
Nato schiera otto eserciti in Sardegna per esercitazioni militari su vasta scala
Otto eserciti si preparano ad invadere la Sardegna con un attacco concentrico dal nord e dal sud. Verranno utilizzate tre navi cargo, oltre a quelle da guerra, per sbarcare i mezzi nel porto di Cagliari e Olbia. Gli aerei trasporteranno truppe e jet, atterrando negli aeroporti di Elmas, Decimomannu e Alghero. Il coordinamento dell’operazione sarà gestito dalla sede Nato di Napoli, come se la Sardegna fosse una vera e propria colonia militare. Le nazioni coinvolte nell’offensiva sono Germania, Olanda, Lettonia, Grecia, Repubblica Ceca, Norvegia, Lussemburgo e Italia, e non risparmieranno alcuno sforzo per raggiungere il loro obiettiv
Leopard 2 A7V in arrivo: la guerra non è un gioco
Ci si trova di fronte ad una guerra vera e propria, e non ad un gioco virtuale, come sostenuto da uno dei responsabili del Comipa in modo maldestro. L’immagine del garage di una nave militare tedesca che trasporta i nuovi Leopard 2 A7V, dotati di munizioni ad alto potenziale distruttivo con una gittata di 5.000 metri, testimonia l’intensità della situazione. Il piano di guerra prevede un attacco multidominio, che include attacchi cibernetici, contrasto ai droni e minacce batteriologiche, chimiche e nucleari. Inoltre, l’Autorità Portuale ha concesso alla NATO 80.000 metri quadrati nel Porto Canale di Cagliari, trasformandolo di fatto in una nuova base militare e costringendo le navi da crociera a lasciare gli ormeggi. La Sardegna è circondata e in una situazione critica.
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