Interessantemente, anche nella lingua sarda si possono trovare corrispondenti per alcune parole inglesi. Ad esempio, “gossip” diventa “afroddiusu”, “market” si trasforma in “buttega”, “blackout” diventa “studau tottu”, “cash” si dice “dinai”, “location” diventa “logu”, “sneakers” si traduce in “crapittasa”, “boss” diventa “meri”, “crew” si dice “cricca”, “low cost” diventa “barattu” e “okay” si trasforma in “banda beni”. Questa dimostrazione mette in evidenza come l’adozione di termini stranieri sia un fenomeno presente in molte lingue, incluso il sardo, arricchendo il patrimonio linguistico e culturale di ognuna.